mercoledì 31 agosto 2011

Prenderli a calci...in culo.


Dalmine, 31 agosto 2011
Caro diarietto,
se delle persone, troppo, diciamo degli esseri, milionari che vivono nel lusso pagati a peso d'oro, lavorando un'ora e mezza a settimana hanno l'ardire di rifiutarsi di pagare una tassa, briciole per i loro conti in banca, c'è qualcosa che non va. A prescindere dalla bontà della manovra economica del Governo è davvero troppo, è intollerabile. Se il contributo di solidarietà non lo pagano gli straricchi, indovinate un po' chi dovrà aggiustare i conti della nazione. Qui siamo davvero alla farsa. Un calciatore guadagna mille volte la paga di un operaio se non di più, è pagato per divertirsi, per giocare, non fa turni, senza contare le cospicue entrate pubblicitarie. Immeritatamente. Immoralmente. Si dovrebbero pagare così i ricercatori, i medici, gli insegnanti, i magistrati, le forze dell'ordine: le persone che contribuiscono al miglioramento della nostra vita.  Fa parte del carattere nazionale: secoli di dominazione straniera o indigena hanno forgiato il carattere degli italiani. Individualisti e furbi. Se possono aggirare una tassa o una regola lo fanno, gli altri che si arrangino. Se gli altri non ci riescono peggio per loro, sono degli sfigati. Per chi si arrangia a spese della comunità c'è ammirazione, desiderio di emulazione, non il disprezzo che sarebbe dovuto a questi parassiti. L'italiano di fronte ad un sopruso, a un'ingiustizia, a un privilegio non pensa "Non dovrebbe essere così", pensa piuttosto "Vediamo se riesco ad approfittarne anch'io".
La sopportazione degli italiani onesti, piccola minoranza, è davvero infinita. Rassegnarsi o lottare? La risposta non è così scontata come dovrebbe essere. 

martedì 30 agosto 2011

Miaaaoooo


Dalmine, 30 agosto 2011
Caro diarietto,
hanno quell'aria pensosa e un po' perplessa. Aristocratica. Movimenti felpati e di estrema eleganza: i gatti. Non credo si possa dire di essere padroni di un gatto, sono compagni di vita. Decidono loro come e quando dimostrarti il loro affetto. Ma sempre in maniera molto misurata, tranquilla: purrr purrr purrr. Quando ti si strusciano addosso facendo le fusa non si può non amarli. Ma non è un amore incondizionato il loro. Ha qualcosa di umano, viene modulato in base al nostro comportamento. Sono disponibili ma non sempre e comunque. Come se pensassero: va bene, viviamo vicini ma non troppo, affettuosi sì ma senza fonderci l'uno nell'altro. Legati ma non incatenati. Penso che se tutti si comportassero come i gatti il mondo sarebbe un posto migliore, più felice, più felino.

lunedì 29 agosto 2011

Origini


Dalmine, 29 agosto 2011
Caro diarietto,
ti racconto una piccola storia. La storia di due ragazzi: Annita e Franco. La guerra è finita da poco più di un anno. Lui ha venticinque anni e nasconde la sua fragilità dietro un carattere burlone e un paio di occhiali scuri. Lei ne ha ventitre, ha conosciuto questo giovane veneziano a Matera, durante la guerra e l'ha seguito. Ha dei bei capelli neri, quasi crespi e una forza di volontà e uno spirito di adattamento fuori dal comune. Vivono a Venezia da qualche anno e lei già parla il veneziano. Questa sua capacità le tornerà molto utile in seguito. L'Italia non offre molto. Tre anni più tardi emigreranno in Sudamerica, in Brasile. Non conoscono nessuno lì, non parlano la lingua ma hanno grandi progetti per sé e per la loro figlioletta Clara di appena due anni. Durante la traversata, incurante degli ondeggiamenti, la piccina si mantiene in perfetto equilibrio sul ponte della nave, pur avendo da poco imparato a tenersi in piedi. È la prediletta dei passeggeri, la mascotte della nave. Avranno poi un altro figlio, José, che però morirà a soli due anni, lasciando un dolore sordo che impedirà loro di dare un fratellino a Clara fino al 1961. Quando finalmente li conoscerò, i miei creatori: mamma e papà.


venerdì 26 agosto 2011

Legami ininterrotti


Marina di Leporano, 26 agosto 2011
Caro diarietto,
si dice spesso: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Non è sempre così, perlomeno non con tutti. Ci sono persone che nel rivederle dopo anni, si ha l'impressione di averle appena salutate il giorno prima. Come se il tempo non fosse trascorso affatto. Come se l'intervallo fosse stato brevissimo, un istante, una piccola parentesi di lontananza. Non avviene con tutti. Quando capita non ci si chiede neanche che cosa ci sia successo nel frattempo. Non c'è niente da chiedere. Non c'è niente da sapere. Non c'è stato nessun frattempo. 

giovedì 25 agosto 2011

Occhio


Marina di Leporano, 25 agosto 2011
Caro diarietto,
l'occhio è davvero diverso dalla macchina fotografica. Me ne accorgo quando vedo qualcosa di interessante, un bel soggetto e lo inquadro. In quello che vedo sullo schermo c'è tanta roba in più, è tutto più piccolo. L'occhio è selettivo, la macchina riprende tutto quello che ha davanti, anche ciò che non mi interessa. E mentre con l'occhio ho una visione molto ampia, sullo schermo della fotocamera c'è una porzione minuscola di ciò che vedo. L'occhio si adatta anche a condizioni di luce proibitive, vede quasi al buio. La fotocamera in questo ha molti limiti. Un'altra differenza importante è che la nostra visione è stereoscopica, mentre  l'immagine sullo schermo non lo è. Questo spiega perché quello che ci sembrava uno scatto meraviglioso magari poi si rivela una foto mediocre.
Eppure, nonostante i suoi limiti, la fotografia può rendere eterno un qualsiasi fuggevole istante della nostra vita. Facilmente. Può far sì che quell'attimo lasci una traccia di sé, che non sia trascorso invano. 

mercoledì 24 agosto 2011

Ricordi che non ricordo


Marina di Leporano, 24 agosto 2011
Caro diarietto,
ora ti racconto una storia molto carina, che mi è stata riferita da mia sorella visto che al tempo avevo pochi anni. Abitavamo in quel periodo a Santos, in Brasile. Proprio vicino allo stadio del Santos Futebol Clube. Mia sorella, allora adolescente, era amica di una ragazza, tale Regina, vicina di pianerottolo. Il fratello di Regina, José, giocava a calcio nella Portuguesa Santista, in serie B. Era il periodo di Natale e Regina dice a Clara, mia sorella: Perché non vieni a passare il Natale da noi?_Sì, sarebbe bello, ora chiedo a mia madre. Ora dovete sapere che io, un bimbo piccolissimo, ero il bambolotto preferito di mia sorella, che mi portava sempre con lei. E la sera di Natale, viene in visita da José un altro calciatore, suo amico carissimo, però di serie A. Giocava nel Santos ed era già molto famoso. Mi vede, e non può resistere, mi prende in braccio. Dice: Ma che bel bambino. Non ci crederete, quasi non ci credo neanch'io: era Pelé.

martedì 23 agosto 2011

Chi va e chi viene...


Marina di Leporano, 23 agosto 2011
Caro diarietto,
mi piacciono le stazioni: dei treni, degli autobus, della metropolitana, degli aeroporti. Tutto quel movimento, tutta quella varietà di facce, di corpi. Di andature, di ritmi, di colori. Ognuno diverso e unico. Ognuno con la sua storia. Ci sono quelli con gli zaini, a volte quasi più grandi di loro. Hanno tutto l'occorrente sula schiena, come delle lumache con i loro gusci. Tanti con i trolley, grandiosa invenzione tardiva. Mi spiego: ci sono voluti  secoli per concepire una valigia con le ruote. Com'è possibile che nessuno ci abbia mai pensato prima? Tutta quella immane fatica con valigie pesantissime è finita abbastanza recentemente. Tantissimi anche senza bagaglio, che fanno percorsi brevi o che bighellonano alla ricerca di qualcosa. Osservo tutto questo balletto. E penso: guarda quanta gente NON conosco! Nell'arco di una vita quante persone si potranno conoscere o anche solo incrociare? Mille? Diecimila? Ce ne saranno comunque altre cinquemiliardinovecentonovantanovemilanovecentonovanta circa che non conoscerai mai...che peccato!

lunedì 22 agosto 2011

Muuuuhhh



Marina di Leporano, 22 agosto 2011
Caro diarietto,
i carri bestiame esistono ancora. L'ho constatato di persona sabato scorso. Si chiamano Ferrovie italiane. Partiamo con trenta minuti di ritardo. Temperatura sui trenta, trentacinque gradi: non funziona la ventilazione. Siamo costretti a viaggiare con i finestrini aperti, con il frastuono sferragliante del treno nelle orecchie, facilmente immaginabile e difficile da dimenticare. Lo dicono al controllore, armeggia un po' nella cabina e ad un certo punto, ecco: funziona! Peccato che sia il riscaldamento. Quando il treno si muove si riesce a respirare, ma quando si ferma diventa una sauna. Una passeggera che torna dalla Svizzera commenta: lì è molto diverso, spaccano il secondo come puntualità, c'è l'aria condizionata, costano meno e su ogni posto si può leggere quando si libera e chi lo occuperà! Concludo che in Svizzera vivono degli alieni non appartenenti alla specie umana o, quantomeno, alla specie italiana. Arriviamo a destinazione, mille chilometri più tardi, con più di un'ora di ritardo. Spossati. Poi ti dicono, non usare la macchina che inquini...

venerdì 19 agosto 2011

Partire e tornare


Dalmine, 19 agosto 2011
Caro diarietto,
si parte per avere voglia di tornare. Cambiare, anche se per poco tempo, il mio luogo di residenza, mi fa soffrire un po'. Cambiano i ritmi di vita, le abitudini, le persone. Mi sentirò fuori luogo. Mi mancheranno tutti quei piccoli particolari rassicuranti, che significano casa tua. È una parentesi interessante, stimolante, divertente. Al ritorno vedi le solite cose in modo diverso, almeno per un po'. Ma ci vuole qualche tempo per abituarsi alla nuova situazione e, siccome il tempo delle vacanze non è lunghissimo, almeno per me, capita che mi senta perfettamente a mio agio proprio poco prima del rientro. Allora sto così bene che vorrei restare. Invece mi tocca partire. Sapendo però di ritrovare a casa la normalità, tutte le mie cose, e sono tante.
E di riprendere possesso del mio nido e del mio guscio elettronico, un guscio abbastanza trasparente, attraverso il quale comunico con lo sterminato e meraviglioso mondo fuori di me.

giovedì 18 agosto 2011

Caos barbuto


Dalmine, 18 agosto 2011
Caro diarietto,
ti sembrerà strano ma la barba significa qualcosa. Io la porto lunga e a guardarla così superficialmente può sembrare molto ordinata. Non è così. Se guardi un singolo pelo ti accorgi che è tutto storto, ha delle curve imprevedibili. Non ce ne sono due uguali. Crescono in direzioni del tutto caotiche. Li puoi pettinare, spazzolare, spuntare ma fanno quello che vogliono. Sono come un disegno tratteggiato. Per ricreare una sfumatura con la matita si fanno tanti piccoli tratti, di lunghezza, spessore, tono e direzione diversa. Ma il risultato finale è omogeneo. Che le singole linee non siano tutte uguali non ha alcuna importanza. È l'insieme che conta. Come per la barba. E questo mi porta a pensare che la confusione, il caos esistono. Non tutto è prevedibile. L'ordine non regna sovrano dappertutto. Bisognerebbe farsene una ragione. Una certa dose di imprevedibilità è inevitabile. Auspicabile,  forse. E quando accarezzo la mia folta barba so che è così. So che la vita è così.

mercoledì 17 agosto 2011

Riflessi fugaci...


Dalmine, 17 agosto 2011
Caro diarietto,
quante cose mi sono passate per la testa, da quando ho coscienza di esistere a oggi. Dove sono finite tutte quante?
Si troveranno dentro di me, da qualche parte, silenziose? Saranno forse come quei rumori continui che dopo un po' non percepisci più? Influenzano in qualche modo la mia vita odierna? Fatto sta che non le trovo più, anche se a volte qualcosa innesca una scintilla che mi riporta a situazioni del passato. Ma si tratta di istanti: inafferrabili, fugacissimi. L'unica maniera per fermarli è scriverli. La memoria e le memorie si trasformano continuamente mentre la parola scritta, per quanto non sia esaustiva rispetto al pensiero, permette di avere almeno uno spunto di partenza. Per ritrovarle. Quanti pensieri strampalati e domande assurde mi son posto durante l'adolescenza. Quanti progetti. Mi rimane una sensazione e niente più. Sono stati aggiornati o inglobati o semplicemente superati da altri pensieri. Se solo li avessi scritti...

martedì 16 agosto 2011

Ce l'ho, mi manca...


Dalmine, 16 agosto 2011
Caro diarietto,
mi piace conservare le cose. Sono un collezionista di  libri, riviste, programmi televisivi, film, dischi e via collezionando. Adoro quella sensazione di possesso, il sapere che qualunque cosa accada, ho la possibilità di rileggere, rivedere, riascoltare, senza dover dipendere dalla volontà o dalla disponibilità di nessuno. Sono fatto così. Con il digitale la cosa è diventata più facile e occupa fisicamente pochissimo spazio. Che goduria! Ma prima non sapevo dove metterle le cose che si moltiplicavano a ritmo vertiginoso_ho interessi enciclopedici_e a un certo punto avrei dovuto di certo comprare un'altra casa per farcele stare tutte.
Il problema successivo era: TROVARLE! Se ne hai cento è facile, ma se cominci ad averne diecimila, nasce un problema...Addirittura capitava e capita ancora che non mi ricordi di averle, e che quindi le ricompri, o le riscarichi...Mi sto organizzando un bell'archivio digitale, dovrebbe risolvere il problema una volta per tutte.
C'è anche il rovescio della medaglia: una volta che te ne sei impossessato sarebbe meglio vederle, ascoltarle o leggerle subito! Rimandare, a volte il tempo è poco,  fa sì che alcune cose, pur avendole a portata di mano, non arrivi mai a gustartele. Poi si accumulano e non ne esci più vivo...si creano degli arretrati paurosi e stupendissimi da smalt...ehm...da godere!

lunedì 15 agosto 2011

Moltiplicare la vita


Dalmine, 15 agosto 2011
Caro diarietto,
oggi è diventato molto più facile, alla portata di tutti spostarsi da un luogo all'altro. Così tutti possono avere la sensazione di viaggiare. Ma viaggiare è un'altra cosa. Tanta gente si sposta, soprattutto in estate. Ma moltissimi vogliono avere le stesse cose che hanno a casa loro, solo in un luogo diverso. Non vogliono vedere posti diversi o mangiare cibi diversi. Vanno nei villaggi turistici, identici in tutto il mondo e fanno qualche giretto scappa e fuggi sul posto, sfiorando appena la vita degli abitanti del luogo. Viaggiare invece moltiplica i punti di vista, ti dà modo di fare confronti e attraverso questi, di capire un po' di più di se stessi e dei tuoi luoghi e dei luoghi visitati. Come leggere tanti libri diversi, ti permette di avere un'idea della scrittura e della vita, così visitare tanti posti diversi ti dà gli strumenti per farti un'idea del mondo. C'era, credo nel 1500 o giù di lì, uno scrittore portoghese, di cui non ricordo il nome, assolutamente contrario alla conoscenza delle lingue straniere. Sosteneva che conoscendo altre lingue la sua "portoghesità" ne sarebbe stata inquinata, introducendo elementi estranei che ne avrebbero compromesso irrimediabilmente la purezza. Ogni lingua infatti rappresenta un certo modo di descrivere il mondo, ha un suo spirito particolare e unico. Saperne più di una aiuta a superare questa visione particolare, ad osservare le cose con occhi diversi e, aveva ragione il portoghese, ti cambia. Come ti cambia viaggiare e leggere. Chi vuole conservare la sua purezza e non vuole mescolarsi con gli altri farebbe bene a non viaggiare, a non leggere e, assolutamente, a non imparare altre lingue. Gli altri, invece si "sporchino" pure, è tutta vita...

venerdì 12 agosto 2011

Cronologia


Dalmine, 12 agosto 2011
Caro diarietto,
il cervello umano è qualcosa di stupefacente, è sicuramente la cosa più complessa e quasi del tutto incomprensibile che esista. Una meraviglia della natura. Naturalmente quando funziona bene. Dentro scorrono in continuazione, impetuosi fiumi di pensieri, emozioni, sensazioni, più forti o appena percettibili. A volte si fermano a lungo, altre volte sfrecciano ad una tale velocità che facciamo fatica a fermarli. Una traccia resta, per quanto labile, quasi sempre. Ecco, ci vorrebbe, come nei calcolatori elettronici, la possibilità di una cronologia da consultare. Pensate che bello se avessimo un gigantesco database, dalla nascita ad oggi, dove frugare alla ricerca dei più reconditi pensieri. Poter riprovare sensazioni dell'infanzia o dell'adolescenza che il tempo inesorabilmente ha cancellato per lasciare il posto a nuove esperienze. O poter cancellare le memorie più sgradevoli e salvare quelle piacevoli. Poter registrare su un disco esterno tutta la nostra memoria. Magari un giorno la scienza riuscirà a realizzare l'impresa. Solo che a quel punto che cosa saremmo diventati? Mezze macchine e se qualcosa non funziona, pensate che casino farci riparare...

giovedì 11 agosto 2011

Cambio di programma


Dalmine, 11 agosto 2011
Caro diarietto,
c'è un imbarbarimento generale, lo sappiamo tutti, che ha colpito anche la televisione. Una volta, mi ricordo, c'era più rispetto per i telespettatori. L'annunciatrice, essere quanto mai superfluo, d'un tratto si rendeva utile. Se un programma previsto ad una certa ora, per qualche ragione non andava in onda, l'annunciatrice, con l'espressione adeguata alla triste circostanza declamava:"La prevista puntata di (il nome dalla trasmissione) oggi non andrà in onda a causa di (il motivo), al suo posto andrà in onda (l'altra trasmissione), la trasmissione (quella di prima) andrà in onda in data (giorno e ora). Ci scusiamo con gli ascoltatori". La ragazza così aveva giustificato il qualche modo il suo stipendio ed eravamo tutti più contenti. Contrariati sì, ma almeno avevano avuto la gentilezza di avvisarci. Adesso stanno lì a sorridere strizzando gli occhietti e ammiccando al telespettatore, dicendoti cose di cui possiamo informarci anche meglio da tantissime altre fonti e non ti danno gli avvisi che sarebbero utili. Lo stesso succede per le repliche. Te ne accorgi che sono repliche solo perché magari il conduttore ha molti più capelli e sono più scuri, altrimenti...Basterebbe una scritta in sovrimpressione: "replica della puntata del ...". Troppa fatica. Poi ti fanno le "macedonie" riciclando pezzi dello stesso programma già andati in onda e montandoli in modo diverso, tipico dei programmi di documentari o di viaggi.
Si potrebbe concludere col celebre "...e io pago!" e infatti concludiamo proprio così.

mercoledì 10 agosto 2011

Disciplina


Dalmine, 10 agosto 2011
Caro diarietto,
l'ispirazione è una cosa davvero aleatoria, capricciosa, ci sono un mucchio di cose di cui poter scrivere ma, a volte capita di non saper da dove cominciare. Ci sono tante cose, nella vita di tutti i giorni, che richiedono la tua attenzione e non sempre si ha tempo e voglia di fare.
SBAGLIATO!
La cosa interessante nel tenere un blog è proprio questa frequenza, che ti impone una sorta di disciplina, che aiuta a cercare e a trovare un argomento. D'altra parte se si chiama "diario", anzi "diarietto" per evitare di darsi troppa importanza, un motivo c'è. È un esercizio giornaliero. Tipo la ginnastica o lavarsi i denti. Gli effetti non sono immediati, si vedono con il passare del tempo. Forse. I risultati non sempre sono buoni, ma ci si prova. È come un patto che si fa con se stessi e con gli eventuali lettori e bisogna onorarlo.
Come, in qualche modo, ho appena finito di fare.

martedì 9 agosto 2011

La casa , il topo e l'etichetta...


Dalmine, 9 agosto 2011
Caro diarietto,
gli inglesi quando vedono scritto casa sui loro elaboratori lo trovano strano? E gli fa schifo avere un topo tra le mani? Sono particolarmente contrari a mettere un'etichetta sulle loro foto? Penso proprio di no. Gli italiani sono diversi, sono particolari. A loro un elaboratore o un calcolatore sembrano troppo volgari, non suonano bene: meglio computer, parola che poi, ironia della sorte, gli inglesi hanno preso dal latino computare, attraverso il francese computer. A noi il latino non andava bene, chissà mai perché. Adesso i francesi lo chiamano ordinateur, gli spagnoli computadora e i portoghesi computador. Proporrei computatore...ma è una battaglia persa...
Per il resto a noi piace di più home, vuoi mettere...e maneggiare un mouse, converrete che sia molto più fine. Non sia mai che si possa etichettare o mettere un'etichetta alle foto, noooo...bisogna taggare, orrendo ibrido tra italiano e inglese. Mi chiedo sempre perché gli italiani, pur avendo una lingua così musicale e ammirata da tutti, la violentino in questo modo. Incomprensibile.

lunedì 8 agosto 2011

Pixel volant, scripta manent...


Dalmine, 8 agosto 2011
Caro diarietto,
oggi mentre digitalizzavo un libro mi è capitata una cosa spiacevolissima, a dir poco. Non so se hai mai acquisito le pagine di un libro con lo scanner. Credo proprio di no. Richiede una pazienza infinita, si copiano due pagine alla volta e ci vogliono parecchie ore. Quando avevo già finito le centosessanta pagine ecco il fattaccio. Faccio copia e incolla ma, per ragioni imperscrutabili, il computer non obbedisce, non incolla. Lo rifaccio diverse volte e niente, non vuole proprio incollare. E qui il dramma, faccio taglia e incolla. E puff...il documento non c'è più! Volatilizzato! Le parole che mi sono uscite di bocca in quel momento non posso ripeterle. Ma questo mi ha fatto pensare alla volatilità del digitale, sbagli qualcosa e perdi tutto in un istante. Mettiamo che quel documento avesse contenuto tutto il sapere dell'umanità e fosse stata l'unica copia. Per distruggere una biblioteca ci vogliono ore, giorni e una tempesta di fuoco, acqua o più semplicemente orde di topi voraci. Per i bit è questione di un attimo. Il digitale è tanto comodo, occupa poco spazio ma richiede un'attenzione particolare, di cui gli antichi amanuensi, fortunatamente, non avevano bisogno.

venerdì 5 agosto 2011

Nostressilvio3 grazie mille e...a prestissimo?


Dalmine, 5 agosto 2011
Caro diarietto,
sono incazzato, anzi incazzatissimo! La Rete come sanno tutti è piena di spazzatura, come pure di cose meravigliose. Una di queste ultime era un canale Youtube: Nostressilvio3, conosciuto da tantissimi e visitatissimo. Svolgeva un servizio di divulgazione culturale notevole, pubblicava le puntate integrali di Annozero, Ballarò, Report, Presadiretta, Blu notte, In mezz'ora, L'infedele e tanti altri programmi televisivi. Lo faceva gratuitamente, a spese del suo tempo libero e molta gente, viste le carenze degli archivi multimediali televisivi, anche dal'estero, aveva così l'opportunità di riguardarsi le puntate con tutto comodo e di scaricarsele. In fondo, pagando noi il canone, le abbiamo già pagate no? Non lo faceva a scopo di lucro e poi, in fin dei conti, pubblicizzava i migliori programmi, li faceva conoscere a tante più persone. Non gli faceva concorrenza, al contrario. Avrebbero dovuto pagarlo e invece gli hanno chiuso l'account. Ci hanno privato tutti di un grande strumento di conoscenza, ci mancherà tantissimo. 

giovedì 4 agosto 2011

Effetto domino


Dalmine, 4 agosto 2011
Caro diarietto,
quando tanta gente si mette in testa un'idea e si impegna ed è convinta e motivata, può anche succedere che l'impresa abbia successo. Successo, già. È proprio quel che è avvenuto, con grande sorpresa di tutti, agli ultimi referendum. Dopo ben quindici anni di mancati quorum è avvenuto il miracolo. Va bene, hanno vinto i sì e ne sono felice, ma la cosa eccezionale è che, nonostante tantissimi remassero contro, moltissima gente è andata a votare  e si sono raggiunti così i quorum. C'è stata un'enorme, allegra, ironica, creativa mobilitazione, un passaparola martellante sulle reti sociali, in special modo Facebook, che ha vinto. Ha vinto sull'inerzia, sull'indifferenza e sull'ignoranza dei più. Come diceva Gaber in una sua canzone "Libertà è partecipazione" e mai come in questa occasione ha funzionato l'effetto domino: tanti piccoli, piccolissimi contributi che messi insieme sono diventati una forza. Come tante minuscole goccioline che formano un onda gigantesca. Non riesco a immaginare niente di più sostanzialmente democratico.
Una vittoria, volenti o nolenti, di tutti noi.

mercoledì 3 agosto 2011

La fatica di esistere del topo inglese


Dalmine, 3 agosto 2011
Caro diarietto,
esistono cose molto difficili e faticose nella vita. Tanta gente ne risente in modo particolarmente acuto, è una faccenda seria: sto parlando dei crampi al mouse. È tutto così apparentemente semplice eppure procura immani tormenti. C'è un pollicino in su e un pollicino in giù. Se una cosa ti piace, clicchi su quello in su, se una cosa non ti piace clicchi su quello in giù. Richiede un istante. Io capisco quanto sia tremendo dover compiere queste scelte, quanto impegno e fatica comporti un'azione così impegnativa. Servirebbe a far sapere a chi ha pubblicato una cosa qualsiasi "questa è bella, mettine altre così, è interessante" oppure " questa è brutta, non vale niente, evita di metterne ancora in futuro". Comprendo che sono due alternative un po' troppo secche, dentro o fuori, ma servono. Magari ci vorrebbero più sfumature. Oppure no, già così è fonte di preoccupazioni, se fosse un tantino più complicato addio! Tant'è...
Attenti che ora la dico difficile: è un FEEDBACK. No, non preoccupatevi, non è un'infezione! Si tratta di una retroazione: permette a chi mette su una cosa di interagire con chi la riceve, di sapere come gli altri giudicano le cose che pubblica. Non è che uno sia tenuto a seguire queste indicazioni ma, magari ne tiene conto, le valuta. Serve ad entrambe le parti a crescere, a confrontarsi, a migliorarsi, a interagire più efficacemente e con maggiore soddisfazione reciproca.  Sono perplesso, mi chiedo: c'è una cura, si potrà mai debellare il crampo al mouse?

martedì 2 agosto 2011

Faccine, belle faccine...:) :(


Dalmine, 2 agosto 2011
Caro diarietto,
quando si scrive non si può mettere sulla pagina l'espressione che assumiamo mentre parliamo, o forse un pochino sì. Le faccine, che contrappuntano i nostri scritti servono a questo. A volte rafforzano ciò che stiamo scrivendo; altre volte smorzano una frase magari un po' dura, come a dire, "sì abbiamo detto una cosa un po' sgradevole, ma l'abbiamo detta sorridendo, non prenderla proprio alla lettera insomma". Ce ne sono di tanti tipi, fatte in genere con i due punti, le parentesi e pochi altri segni: il sorriso :), il disappunto :( , c'è pure l'occhiolino ;) o la linguaccia :P, c'è lo stupore :O e tante altre. Sono immediate e comunicative. Aiutano ad esprimere qualcosa, oltre le parole: qualcosa che si potrebbe comunicare solo guardandosi in faccia e aggiungono una nota  un po' infantile, sì, ma tanto tanto divertente.

lunedì 1 agosto 2011

Immagini della nostra esistenza


Dalmine, 1 agosto 2011
Caro diarietto,
le immagini sono importanti nella nostra vita e oggi voglio parlare del mezzo più straordinario per acchiapparle e conservarle: la fotografia. La fotografia ha fatto un notevole balzo in avanti con la tecnologia digitale. Anche se qualche irriducibile nostalgico utilizza ancora le fotocamere analogiche, i vantaggi del digitale sono enormi. Niente più rullini, niente più dover scegliere tra bianco e nero e colore o tra foto e diapositive. Nessun rischio, aprendo inavvertitamente l'apparecchio, di bruciare tutte le foto. La possibilità di vedere il risultato immediatamente e di rielaborare le immagini facilmente. Ora si possono scattare migliaia di foto senza consumare costosi rullini e senza costosissimi obiettivi. Miliardi di meravigliosi pixel. È il trionfo della creatività. Un clic ed è fatta! La nostra vita non potrà più passare inosservata, almeno ci avremo provato a lasciare un segno del nostro breve passaggio da queste parti.