venerdì 30 settembre 2011

Stanco?


Dalmine, 29 settembre 2011
Caro diarietto,
torno a casa dal lavoro alle dieci e mezzo stanco morto e sento l'irresistibile richiamo del mio bel lettone morbido.
Poi mi dico, be'  fammi dare un'occhiata a Facebook, un cinque minuti. Guarda questo e leggi quello e ascolta quell'altro, scrivi qua e rispondi là, la stanchezza pare svanita. Come per incanto! Chissà com'è, se fai qualcosa che ti piace non senti più la stanchezza. O meglio non la percepisce la tua mente, mentre il corpo la sente eccome. Come se tra corpo e mente ci fosse un dialogo, privato, che tu non puoi ascoltare, del tipo:
_Ho le ossa rotte, devo riposare.
_Ma che dici? Io sono ancora bello sveglio.
_Tu lavori ma fino a un certo punto. La fatica la faccio io!
_Ma se non ci fossi io non potresti coordinare i movimenti...
_Vero! Ma se non ci fossi io non avresti nessun movimento da coordinare...
Io fatico, mentre tu ti perdi nei tuoi pensieri...
_E meno male, sennò sai che palle...
Insomma, sono andato a letto all'una e mezzo.

Complessi 2


_Hai fatto colazione tesoro?
_No mamma.
_E perché?
_Devo dimagrire, ho un culo grande come una casa.
_Uhm...
_Uhm cosa?
_Devo ammettere che hai ragione.
_Come scusa...
_Sei brutta, fai veramente schifo!
_Mamma!
_Ci credo che i maschi non ti guardano nemmeno...
_Ma mamma... insomma... non mi sembra...
_E poi guardati il naso...e le orecchie!
_Beh...dai...tutto sommato sono aggraziata no?
_No!
_(...)
_Sei un orrore!
_Adesso basta mamma! Io sono tanto carina invece, non sono per niente grassa, giusto un po' tondetta, il mio naso è normale e anche le orecchie...
_Ah ah ah...è proprio questo che cercavo di dirti. Sei una tenera stupida bella elefantina.
_Ti voglio bene mamma.

giovedì 29 settembre 2011

Complessi



_Hai fatto colazione tesoro?
_No mamma.
_E perché?
_Devo dimagrire, ho un culo grande come una casa.
_Ma no, che sei ben proporzionata invece...
_No.
_Sì.
_Nooo e poi c'ho un naso che non finisce mai...
_L'hai preso da tuo padre hi hi hi...
_Mamma non ridere, io sono brutta e tu ridi...
_Ma che dici, sei il tesoro della mamma.
_Ma io voglio essere magari il tesoro di qualcun'altro...i maschi non mi degnano di uno sguardo...
_Che cosa vuoi che ne capiscano di bellezza, sono dei selvaggi!
_...e ho delle orecchie che sembrano degli enormi ventagli.
_Sei tanto sensibile, questo l'hai preso da me.
_Voglio andarmene mamma!
_E dove vorresti andare? Qui non ci manca nulla, sono tanto gentili con noi e la gente viene sempre ai nostri spettacoli e applaude e ride. Non sei contenta?
_No mamma. Sono stufa del circo! Sono stufa di essere un elefante...

mercoledì 28 settembre 2011

La copertina di Ballarò


Dalmine, 28 settembre 2011
Caro diarietto,
quando guardo gli interventi satirici di Maurizio Crozza in televisione mi diverto come un matto. E mi diverte anche guardare le reazioni dei politici in studio. Alcuni ridono fino alle lacrime, altri stiracchiano un sorrisino di circostanza, alcuni addirittura replicano al comico, altri ancora rimangono assolutamente freddi e impassibili. La satira colpisce duro, dice cose vere nella sostanza ma trasfigurate nella caricatura, nell'iperbole. Se non dicesse niente di vero non ci sarebbe ragione di prendersela tanto. Sarebbe innocuo umorismo. Chi viene attaccato da Crozza sa in cuor suo che è tutto vero! E s'incazza, anche se cerca di non darlo a vedere. E fa chiudere i programmi. Al potere non piace essere messo in ridicolo. Hanno paura che diventi senso comune, come infatti puntualmente avviene. "Una risata vi seppellirà": che bella frase. Peccato che in Italia non funzioni. Ci si sganascia dalle risate ma chi detiene il potere non si schioda neanche a cannonate. Non ha il senso del ridicolo.

martedì 27 settembre 2011

Raccolta punti


Dalmine, 27 settembre 2011
Caro diarietto,
capita di lavorare con persone che ti dicono:_Lascia, lo faccio io, oppure:_Stai, ci penso io. Sembrerebbe una cosa meravigliosa, una pacchia. Invece no! Può significare che non si fida delle tue capacità ma non vuole dirtelo apertamente. Perché potresti contraddirlo o smuovere le sue convinzioni. Quindi la cosa rimane sottintesa, impedendoti di argomentare. Se lo si lascia fare lui si convincerà, sempre più, di aver ragione nel suo giudizio su di te. Si sentirà piacevolmente superiore ed allo stesso tempo magnanimo. Il suo ego ne sarà gradevolmente accarezzato. Accentrerà su di sé tutti i compiti più importanti e gli eventuali meriti. Avrà un credito di gratitudine con te. Dovrai sempre essergli grato e questo ti renderà difficile criticarlo. Lui crescerà sul lavoro e nella considerazione dei superiori e tu no. È un po' come la raccolta punti dei supermercati. Piano piano accumuli tanti punti ed alla fine ritiri il regalo. Anzi il regalo lo ritira lui. E il conto lo paghi tu.

lunedì 26 settembre 2011

Primi passi


Dalmine, 26 settembre 2011
Caro diarietto,
mi piace scrivere, almeno mi piace provarci. Mi dà soddisfazione. Però non scrivo per me stesso. La forma di diario è solo un pretesto, una cornice. È ovvio che scrivo perché gli altri, VOI, leggiate! Se ciò che scrivo non suscita che pochi commenti c'è qualcosa che non va. O magari no. Comunque preferisco pensare che dipenda solo da me, questo mi sprona a migliorarmi senza fare il piagnone. Devo fare ancora tanta tanta strada ma, come disse Mao Zedong: "Un lungo cammino, inizia sempre con un piccolo passo" e io sto appena imparando a camminare.

domenica 25 settembre 2011

Discriminazioni sessuali



Io sono vegetariano. Adoro i carciofi e gli asparagi. A differenza di tante femmine che frequento, non faccio del male a nessuno. Loro invece sono piuttosto moleste, bisogna ammetterlo. Odiate da tutti. E piuttosto invadenti, specie la notte. Lo fanno per necessità, sia chiaro. Non sono cattive, è la loro natura. Il guaio è che la gente non fa distinzioni ... zzz ... SCIAF! (fiuuu...) ... ci detesta tutti indifferentemente. Ma che colpa ne ho io? Ho subito e subisco frequentemente delle aggressioni a causa dell'ignoranza ... zzzz ... SCIAFF!! (ah ah ah schivato!) ... dei più. Ho pensato perfino di andare in giro con un cartello appeso al collo. Con su scritto: SONO UN MASCHIO! Sono una zanzara maschio ... e che caz ... zzz ... SCIAAAAFFF!!!
_L'hai presa caro?
_Sììì spiaccicata!

sabato 24 settembre 2011

PER CHI VOLESSE COMMENTARE...

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venerdì 23 settembre 2011

Pianto



   Ma che avrà da guardare 'sto bambino? Gli faccio pena? Sono in una trappola. Non so come uscirne. Come ho potuto ridurmi così?
È vero, ho da mangiare e ho un posto dove dormire ma, è sufficiente?
E ancora mi fissa! Ma suo padre non glielo dice che non sta bene fissare così un estraneo? Non smette mica...Ora gli faccio una smorfia...Niente, insiste! Ora ride. Che ci sarà da ridere poi...
Mi sta porgendo qualcosa. Magari non ha cattive intenzioni.
Ma io sto male, sto troppo male...
_Papà, guarda dentro la gabbia, sta piangendo...
_Ma no, non piangono mica le scimmie...

giovedì 22 settembre 2011

Pulci e leoni.


Dalmine, 23 settembre 2011
Caro diarietto,
ho saputo cose sorprendenti da un tale che ha avuto un incontro ravvicinato con dei leoni! Molto ravvicinato. Ecco che cosa mi ha raccontato.
Siamo nella savana sterminata con una famiglia di leoni.
Lea: Pa', che fai?
Leopoldo: Niente, riposavo un po'.
Lea: Non fai altro...
Leopoldo: Come sarebbe figliola?
Lea: Papi, mi dispiace dirtelo ma, cacciare cacciamo noi, badare ai cuccioli lo facciamo noi. E tu?
Leopoldo: Io sono il capo! I cuccioli li faccio io! Impertinente...
Lea: Veramente i cuccioli li fa la mamma, tu insemini e basta! Noi leonesse abbiamo diritto a...
Leopoldo: Finché vivi nella mia savana fai ciò che ti dic...
Lea: E basta con 'sta solfa pa'! Diglielo anche tu ma'!
Leonilde: Beh, non so...
Leopoldo: Visto? La mamma è d'accordo con me!
Lea: Ci vorrebbe un cambiamento! Tu te ne stai lì, fai solo la parte divertente (l'accoppiamento hi hi hi), mangi per primo la gazzella che NOI abbiamo cacciato...
Leopoldo: Da che mondo è mondo i leoni hanno fatto sempre così, mio padre, mio nonno...
Lea: Mai sentita la parola evoluzione?
Leopoldo: Leonilde di' qualcosa...
Leonilde: Forse Lea non ha tutti i torti.
Leopoldo: Oddìo...
Lea: Papà ti devi aggiornare, le cose cambiano...
In quel momento il leone sente un prurito insopportabile in testa, si dà una grattata con la zampa e...un minuscolo esserino vola via, è lui il testimone della storia.
Qualche metro più in là, un po' malconcio pensa: Adesso che lo racconto alle altre pulci...

La puttana e l'imperatore


Dalmine, 22 settembre 2011
Caro diarietto,
che il potere, politico ed economico, attirasse una schiera di donnine entusiaste di monetizzare la propria avvenenza, è sempre accaduto da migliaia di anni. Napoleone, Mussolini, Kennedy sono solo alcuni degli esempi più recenti. Mercificarsi, per certe persone, più che una necessità, è un vanto. Dignità zero: conta solo il denaro. Si arriva a citare Vittorio Sgarbi a sostegno delle proprie malsane convinzioni. La bellezza è un valore. Credo che lui si riferisse alla bellezza artistica, frutto di un talento. La bellezza fisica è un puro caso, non c'è merito in essa. Se sei racchia, se fai schifo, stattene a casa dice la troia. Per assecondare le voglie dell'imperatore si va anche a piedi, anzi di corsa. Secoli di legittime rivendicazioni femministe vilmente calpestate, per offrire i propri servizi a Sua Altezza, si fa per dire. A colui che si è proclamato il miglior Presidente del consiglio degli ultimi centocinquant'anni, che si è paragonato, nientemeno che a De Gasperi. "La patonza deve girare!": ecco le vette del pensiero di Berlusconi, segni inequivocabili della sua, diciamo così, statura politica. Povero miliardario...e poveri, ma sul serio, noi. 

mercoledì 21 settembre 2011

Notti operaie


Dalmine, 21 settembre 2011
Caro diarietto,
si dice che l'ottimista vede il bicchiere mezzo pieno mentre il pessimista vede lo stesso bicchiere mezzo vuoto. Ecco, io non vedo affatto il bicchiere quando faccio il turno di notte! Altro che mezzo vuoto. Essere costretti a restare svegli e lavorare durante la notte mi fa venire i più cupi pensieri. Pensieri desolanti. Soprattutto su me stesso. Penso di non valere nulla, che non riuscirò a combinare nulla di buono, che la vita è un schifo. Lo sento come un sopruso, una violenza. Penso che abbia le sue conseguenze sulla salute, ma così diluite nel tempo da non permetterti di recriminare. Un deterioramento gradualissimo e difficile da farsi rimborsare. Che poi, che cosa potrebbe mai compensare una vita in cui devi passare sveglio, mentre tanti altri beatamente dormono, cinque notti alla settimana, ogni tre settimane? Per quarant'anni! E non è neanche considerato, per legge, un lavoro usurante!! Poi finalmente, per quanto possa sembrare incredibile, arrivano le sei di mattina e con una faccia che potete immaginare si torna a casa. A quel punto vedo il bicchiere pienissimo. E mentre il mondo sta per svegliarsi, io vado a dormire.

martedì 20 settembre 2011

Traffico egoista


Dalmine, 20 settembre 2011
Caro diarietto,
quando guida una persona spesso esprime se stessa, nel bene e nel male. Sei su una strada laterale, vuoi inserirti nel flusso della strada principale che è a doppio senso di circolazione. Loro hanno la precedenza. Nell'ora di punta c'è tanto traffico in entrambi i sensi e sei lì, in agguato, ad aspettare l'attimo giusto per infilarti nel flusso. E aspetti. Gli altri vedono chiaramente la tua situazione. Logica vorrebbe che rallentassero un pelino, giusto il tempo per farti passare, no? No! Ora, tutti si sono trovati, prima o poi in questa tua situazione. Necessariamente. Ma non gli basta per immedesimarsi. Tanti non rallentano, anzi, ad un tuo tentativo di inserirti, magari accelerano per vanificarlo! Esistono questi idioti, pensano che la strada sia di loro esclusiva proprietà e hanno fretta, tanta fretta. Tu devi aspettare i loro comodi. Aspettare che ti concedano di passare. Hanno la precedenza no? Cerca di stare al tuo posto! Le tue legittime esigenze non contano niente.
Egoisti sulla strada e magari, temo, anche nella vita.

lunedì 19 settembre 2011

Un pianeta esausto


Dalmine, 19 settembre 2011
  Caro diarietto,
stiamo sfruttando le risorse limitate del nostro, peraltro unico, pianeta in modo sconsiderato. Forse il nostro povero globo non è disposto a sopportarci se continuiamo così. Sette miliardi di persone sono un bel peso da sostenere. Soprattutto se una piccola minoranza consuma molta più energia di tutto il resto dell'umanità. Questa storia della crescita continua dev'essere rivista. Le regole dell'economia devono essere riviste. L'economia dovrebbe essere al servizio dell'umanità, non il contrario. Dovremmo tutti sviluppare uno stile di vita più sobrio e sostenibile. Solo se lo faremo tutti potrà funzionare. Energie rinnovabili, minor produzione di rifiuti, riutilizzo e riciclo: ecco che cosa ci serve. Stiamo vivendo molto al di sopra delle nostre possibilità e bisogna rallentare. Ci stiamo avvicinando a grande velocità al margine dell'abisso. Ancora non lo vediamo all'orizzonte ma, se andremo avanti così, ci precipiteremo dentro e allora sarà troppo tardi per frenare.

venerdì 16 settembre 2011

Bambini


Dalmine, 16 settembre 2011
Caro diarietto,
i bambini non sono tutti dolci e carini. Ci sono anche bambini antipatici, che pensano che tutto gli sia dovuto, che l'affetto e la simpatia siano gratuiti e che loro se li meritino comunque, per il semplice fatto di essere dei bambini. No! Con i bambini, come con gli adulti, io pretendo la reciprocità. Sono cordiale e amichevole con loro se loro lo sono con me. Vedo tante volte adulti che li riempiono di attenzioni, il mio bambino qui, il mio amore là, lasciandoli perfettamente indifferenti, se non addirittura ostili. E usano con loro un'indulgenza esagerata che sortisce l'effetto contrario. Fin da piccoli, secondo me, bisogna che capiscano che se vogliono essere trattati bene, devono fare altrettanto. Odio tutte quelle sdolcinatezze, perfettamente inutili, che tanti adulti elargiscono ai più piccoli. Rispetto reciproco, ecco che cosa ci vuole. L'amore non si può comprare, lo si può regalare, ma solo a chi se lo merita. 

giovedì 15 settembre 2011

Libertà di pensiero


Dalmine, 15 settembre 2011
Caro diarietto,
ultimamente pensavo a Giordano Bruno, grande filosofo avversato, torturato e infine arso vivo dalla Santa Inquisizione nel 1600. Quante persone tra il '500 e il '600 sapevano leggere, quante sapevano leggere il latino, quante avranno letto le eretiche e pericolosissime teorie di Giordano Bruno? Lo hanno ammazzato per una questione di principio! Raccapricciante! Tra le altre cose aveva osato affermare che la Terra girava intorno al Sole. Inaudito! Pensavo alla Chiesa cattolica, intesa non come religione, rispettabilissima, ma come istituzione di potere. Potere che ultimamente, grazie a Dio è il caso di dire, è scemato inesorabilmente. Le metafore usate dalla Chiesa sono piuttosto esplicite: gregge, pastore. Si capisce benissimo come considerano i fedeli. L'amore  cristiano si è esplicato in vari modi: le Crociate (lasciamo perdere, è come sparare sulla Croce Rossa!) e, tra le altre, la "Santa" Inquisizione, per l'appunto, che ha torturato e crudelmente umiliato e massacrato un'infinità di persone innocenti, che avevano l'unico torto di essere intelligenti, di ragionare con la propria testa o di aver i capelli rossi o di conoscere le erbe o di avere l'epilessia o altri disturbi mentali. Il progresso dell'umanità è avvenuto quasi sempre non grazie alla Chiesa ma malgrado e contro la Chiesa! Dobbiamo sempre e per sempre ringraziare l'Illuminismo che ha reso il mondo un posto migliore. Se fosse dipeso dalla Chiesa...
Dio, se esiste, dovrebbe vergognarsene.

mercoledì 14 settembre 2011

Libri e persone


Dalmine, 14 settembre 2011
Caro diarietto,
mi piacciono le opere omnie, non le antologie. Quando una autore mi ha conquistato, come credo succeda a tutti, voglio leggere tutte le sue opere, non una scelta fatta da qualcun'altro. Ogni persona, in base alla sua cultura, a ciò che ha letto in precedenza, al suo carattere e alla sua storia personale coglie in un testo alcune cose e non altre. Se si rilegge un libro dopo tanto tempo ci si accorge che magari prima ci piaceva e adesso non ci dice niente, o l'esatto contrario. Quindi il parere di un critico è solo indicativo. Quell'opera considerata minore può essere la nostra preferita, per una frase, un'atmosfera o perché l'associamo ad un momento particolare della nostra esistenza. Quindi anche se un testo rimane identico, noi possiamo vederci cose diverse in momenti diversi. È come se fosse vivo. Credo che anche la nostra concentrazione sul testo possa variare durante la lettura. Una frase fa scattare in noi una serie di associazioni, noi le seguiamo e intanto continuiamo a leggere meccanicamente. Il risultato è che mentre eravamo persi dietro i nostri fugaci pensieri, abbiamo saltato frasi o pagine intere senza accorgercene. E ogni volta, in base alle suggestioni del testo o alle circostanze esterne, saltiamo brani diversi. Così ad ogni rilettura ci diciamo: ma...non mi ricordavo di questa cosa. Eppure è sempre stata lì! Forse succede lo stesso con le persone che conosciamo: le incaselliamo in certi schemi, anche con le migliori intenzioni, e finiamo per percepire di quella persona solo le cose che rientrano nello schema. Tralasciando gli altri aspetti. Saltiamo delle pagine! È comune che si dica: sai, non ti avevo mai visto sotto questa luce. Una persona, come un libro, è fatta di infinite sfaccettature, che si modificano in continuazione e solo la nostra pigrizia mentale ce la fa ritenere sempre uguale. Come l'acqua che scorre in un fiume, non è mai la stessa.

martedì 13 settembre 2011

Aspettare...


Dalmine, 13 settembre 2011
Caro diarietto,
quanti secondi, minuti, ore, giorni, anni della nostra vita, sommandoli tutti, trascorriamo aspettando?
Se ci pensate:
aspettiamo che scatti il verde,
aspettiamo che si accenda il computer,
aspettiamo un sorriso,
aspettiamo in coda al supermercato,
aspettiamo di diventare grandi,
aspettiamo in banca,
aspettiamo una parola gentile,
aspettiamo alla posta,
aspettiamo che ci spunti la barba,
aspettiamo una lettera,
aspettiamo un messaggino,
aspettiamo che qualcuno si accorga di noi,
aspettiamo che squilli il telefono,
aspettiamo dietro la porta del bagno,
aspettiamo che si cuociano gli spaghetti,
aspettiamo che finisca la scuola,
aspettiamo di cominciare a lavorare,
aspettiamo di andare in pensione,
aspettiamo che finisca la lavatrice,
aspettiamo che esca il film,
aspettiamo che venga su il caffè,
aspettiamo che cominci il programma,
aspettiamo che comincino le ferie,
aspettiamo che finiscano le ferie,
aspettiamo che passi il dolore,
aspettiamo che arrivi l'ascensore,
aspettiamo di trovare l'amore,
aspettiamo che l'amore trovi noi,
aspettiamo che qualcuno ci restituisca il libro,
aspettiamo che ci diano la paga,
aspettiamo che spiova,
aspettiamo che sorga il sole,
aspettiamo che arrivi il sonno,
aspettiamo di svegliarci domattina,
aspettiamo che finisca la giornata di lavoro,
aspettiamo che arrivi il fine settimana,
aspettiamo di partire,
aspettiamo di tornare,
aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo
finché
finisce l'attesa,  tutte le attese,  fine,
e anche allora
ci aspettiamo che ci sia qualcosa da aspettare anche dopo...

lunedì 12 settembre 2011

Ciao


Dalmine, 12 settembre 2011
Caro diarietto,
un ciao non si nega a nessuno. Ma è così, è proprio così? Ci sono diverse situazioni. In fabbrica, per esempio, conosco un sacco di gente. Quando li incrocio mi viene spontaneo salutarli. Ecco come reagiscono. Si va da quelli che mi vedono da lontano, ho una sagoma molto riconoscibile, e si sbracciano: Ciaaao Sileno! Io a volte vedo solo un puntino lontano, non so chi sia, ma rispondo lo stesso al saluto: Ciaaao e penso: Ma chi cavolo era? Poi ci sono quelli che con uno sforzo sovrumano, si vede proprio, biascicano un c'o velocissimo. Quelli che ti guardano perplessi: Ma come si permette di salutarmi? Quelli che ti guardano attraverso, come se tu fossi invisibile, guardano oltre, magari sono sovrapensiero. Quelli che stirano impercettibilmente gli angoli della bocca, una specie di sorriso abortito, poco convinto, senza far uscire un suono che sia uno. Quelli che ti sorridono senza dire niente, ma un sorriso comunque comunica. Tante persone, credo non ti vogliano dare la soddisfazione di farti sentire che esisti! Ci vuole così poco: è una sillaba, si pronuncia in un respiro. Mi viene in mente una bellissima striscia di Charles Schulz, dei Peanuts, così a memoria: c'è Charlie Brown che camminando ingrugnito ripete a se stesso: Che brutta giornata, ma che brutta giornata. Ad un certo punto incrocia Lucy che gli dice sorridendo: Ciao bello! e lui, da quel momento, radioso: Ma che bella giornata, che magnifica giornata...

venerdì 9 settembre 2011

Sfogo


Dalmine, 9 settembre 2011
Caro diarietto,
i soldi non fanno la felicità. O meglio: i soldi non fanno la felicità? Certo, si può essere ricchi e infelici; si può essere poveri e felici. Qual è il punto? Da un punto di vista materiale, essere ricchi ti permette di frequentare scuole migliori, di nutrirti meglio, di curarti meglio e, soprattutto, di avere più tempo libero a disposizione. Quindi hai sicuramente un'aspettativa di vita più lunga e una salute migliore, salvo i casi imperscrutabili di ricchi suicidi. Invece da un punto di vista, diciamo intellettuale, esistono riccastri perfettamente idioti e poveri intelligentissimi.
Esiste gente che, potendo fare ciò che più gli piace, non sfrutta questa occasione, non combina niente di buono e gente che invece, dovendo utilizzare il proprio tempo per la sopravvivenza materiale, non ha modo di tirare fuori il meglio di sé, sprecando magari il suo potenziale.
Intanto le lancette girano. Inutile lamentarsi. Inutile recriminare. Focalizzare le proprie responsabilità, su quelle altrui non puoi farci niente. Devo fare il meglio che posso, con i mezzi e con il tempo che ho a disposizione. Almeno potrò dire di averci provato e non trascorrerò una vecchiaia piena di rimpianti. Sempre che abbia il tempo di arrivarci.

giovedì 8 settembre 2011

Un vero regalo


Dalmine, 8 settembre 2011
Caro diarietto,
voglio raccontarti una piccola storia, che mi ha toccato. Un mio collega, operaio siderurgico, durante una pausa del lavoro mi fa: sai, io tante volte faccio qualche ora in più. È una scocciatura ma penso, ecco, con i soldi che prendo in più  magari compro un regalino a mia figlia, chissà come sarà contenta. E lei lo sarà sicuramente ma, poi mi fermo e dico: per quanto tempo ancora sarà la mia bambina? Gli anni volano via veloci. Crescerà, avrà altri interessi, diventerà un'altra persona. E io, per tutto questo tempo, l'avrò vista poco tra i turni e gli straordinari. Di sfuggita. Forse, mi dico, il regalo più bello che potrei farle è un altro. Passare meno tempo in fabbrica e più tempo con lei.

mercoledì 7 settembre 2011

Tante vite


Dalmine, 7 settembre 2011
Caro diarietto,
non so se sia una condizione diffusa, forse sì, ma credo di avere due vite. No, non sono schizofrenico. Mi spiego: ho una vita "alimentare" che mi permette di mangiare, pagare le bollette e comprare quello che mi serve; e una vita "relazionale", che mi mette in comunicazione con gli altri e dove posso esprimermi e fare ciò che mi piace. A dir la verità sarebbero tre, perché non ho considerato la vita puramente fisiologica che comprende il sonno, l'alimentazione e le altre funzioni fisiologiche. Talvolta le vite si sovrappongono. Quella che occupa la maggior parte del mio tempo purtroppo è quella meno interessante, l'alimentare, senza la quale però le altre due non ci sarebbero. Se solo fossi nato ricco...Poi viene quella fisiologica. Ed infine nel restante tempo a disposizione c'è la mia vera vita, fatta di ritagli di tempo, magari rubacchiati alle altre due. È un'ingiustizia! Il massimo sarebbe ovviamente guadagnarmi il pane facendo ciò che mi piace. Penso che riguardi una minoranza di persone. Mi chiedo: è colpa mia, colpa di qualcun'altro, colpa delle circostanze, colpa del destino crudele. Vallo a sapere. Si potrà rimediare? Riuscirò mai a unificare il tutto? Anche se forse la situazione non è rimediabile, io non mi arrendo. Mentre scrivevo questo blog, mi ci sono immerso e, almeno per un po', ho messo in secondo piano le altre due miserabili vite...meglio di niente. 

martedì 6 settembre 2011

Partecipare


Dalmine, 6 settembre 2011
Caro diarietto,
ci sono situazioni in cui si crea un'atmosfera di solidarietà e di amicizia, una comunanza di intenti, ci si dà tutti del tu: i cortei. Nei cortei sindacali mi sento proprio a mio agio. Per il tempo di qualche ora si è tutti partecipi e animati da un'unica volontà: essere visibili. Tutte quelle bandiere, la musica, i fischietti assordanti, le voci dei megafoni. La gente sui marciapiedi che ti guarda, a volte con simpatia, tante volte no. La faccia truce dei poliziotti. I cori beffardi. Uomini, donne, vecchi, bambini sui passeggini, cani. Tante fotocamere e videocamere funzionanti a ciclo continuo. Il vocìo della folla. I discorsi finali in piazza. Applausi. Ovazioni. Bello. È il sentirsi parte di una causa, una causa giusta, almeno per noi. È il non delegare ad altri le proprie ragioni. Testimoniarle in prima persona. Significa sentirsi per una volta protagonisti; sentirsi vivi.

lunedì 5 settembre 2011

Guidare


Dalmine, 5 settembre 2011
Caro diarietto,
se qualcuno, tanti anni fa, mi avesse detto che sarei riuscito a muovere mani, piedi, testa, occhi contemporaneamente, compiendo con ognuna azioni diverse e ascoltare e parlare allo stesso tempo, gli avrei dato del pazzo. Ma, se ci pensate, è esattamente quello che ognuno di noi fa agevolmente guidando una macchina. Una coordinazione di movimenti che somiglia ad un balletto. Come suonare uno strumento musicale. Si riesce a prendere decisioni rapidissime e vitali in frazioni di secondo, di fronte a situazioni ogni volta diverse. Geometrie e movimenti armoniosi e fluidi. Naturalmente se si guida bene. Allora diventa un piacere. Altrimenti ci si trasforma in armi letali. 
Penso che l'ultima cosa che si possa chiedere a un guidatore è di essere originale o di improvvisare. Sulla strada è obbligatorio essere quanto più noiosi, ripetitivi e prevedibili possibile. Per il bene di tutti.

venerdì 2 settembre 2011

Amebe ritardate


Dalmine, 2 settembre 2011
Caro diarietto,
le amebe, come ognuno sa, sono una delle forme di vita più semplici, tra il vegetale e l'animale. Che ci siano anche delle amebe ritardate, quindi ancora più sfortunate, è qualcosa che mi ha colpito profondamente. Eppure è così. Ci sono esseri monocellulari che lavorano, in condizioni anche pessime, sfruttati vergognosamente, che si fanno un punto d'orgoglio nell'affermare spavaldi che loro non scioperano, è roba da comunisti! Anzi ringraziano il padrone per l'enorme regalo che gli fa pagandoli, magari lo farebbero anche gratis. Ma il padrone nella sua smisurata magnanimità arriva al punto di ricompensarli per la loro fatica. Che esseri superiori i padroni e quanta riconoscenza gli si deve: ti fanno lavorare e non tengono nulla per se. È un dono che elargiscono a piene mani e disinteressatamente. Sono tanto buoni e non gli si può fare questo torto, questo affronto di pretendere anche condizioni migliori di lavoro: un ventilatore, una stufa, una pausa caffè...
Se qualcuno, spero proprio di no, non avesse colto il sottilissimo sarcasmo...temo per lui, che appartenga alla suddetta nutritissima nuova categoria zoologica o che magari non colga appieno il significato della parola "SINDACATO"...

giovedì 1 settembre 2011

Che sonno...


Dalmine, 1 settembre 2011
Caro diarietto,
il sonno è una brutta bestia. Le persone come me, che lavorano a turni, ne sanno qualcosa. Non si può dormire indifferentemente ad una qualsiasi ora. Il corpo umano è fatto per dormire ad una certa ora: diciamo fra le ventitré e le sette grosso modo. Dormire in ore diverse o non dormire affatto in questo lasso di tempo non è salutare. Per niente. Questo dal punto di vista fisiologico, dal punto di vista psicologico è anche peggio. Essere svegli mentre gli altri dormono e dormire mentre gli altri sono svegli ti taglia fuori da qualunque contesto sociale. Tutto ciò che avviene nel mondo "normale" è pensato per chi non fa turni. Il disagio viene in qualche modo ricompensato con delle maggiorazioni di paga ma i soldi non potrebbero mai ricompensare una vita costantemente sfasata. E anche se tu dormissi dodici ore al giorno, il sonno diurno non è altrettanto ristoratore, ti sveglieresti comunque stanco e mezzo rimbambito. Torni a casa e tua moglie esce a lavorare, esci tu a lavorare e lei va a dormire. Anche frequentare un circolo, per esempio, è impossibile per chi fa i turni. Potresti andarci solo una settimana su tre: quando fai la mattina. Certo se devi andare in banca o alla posta, facendo i turni ti capita la mattina o il pomeriggio liberi, ma mi sembra un ben misero vantaggio a fronte di una vita così disagiata. Ed è purtroppo l'unica vita di cui disponiamo.