mercoledì 14 settembre 2011

Libri e persone


Dalmine, 14 settembre 2011
Caro diarietto,
mi piacciono le opere omnie, non le antologie. Quando una autore mi ha conquistato, come credo succeda a tutti, voglio leggere tutte le sue opere, non una scelta fatta da qualcun'altro. Ogni persona, in base alla sua cultura, a ciò che ha letto in precedenza, al suo carattere e alla sua storia personale coglie in un testo alcune cose e non altre. Se si rilegge un libro dopo tanto tempo ci si accorge che magari prima ci piaceva e adesso non ci dice niente, o l'esatto contrario. Quindi il parere di un critico è solo indicativo. Quell'opera considerata minore può essere la nostra preferita, per una frase, un'atmosfera o perché l'associamo ad un momento particolare della nostra esistenza. Quindi anche se un testo rimane identico, noi possiamo vederci cose diverse in momenti diversi. È come se fosse vivo. Credo che anche la nostra concentrazione sul testo possa variare durante la lettura. Una frase fa scattare in noi una serie di associazioni, noi le seguiamo e intanto continuiamo a leggere meccanicamente. Il risultato è che mentre eravamo persi dietro i nostri fugaci pensieri, abbiamo saltato frasi o pagine intere senza accorgercene. E ogni volta, in base alle suggestioni del testo o alle circostanze esterne, saltiamo brani diversi. Così ad ogni rilettura ci diciamo: ma...non mi ricordavo di questa cosa. Eppure è sempre stata lì! Forse succede lo stesso con le persone che conosciamo: le incaselliamo in certi schemi, anche con le migliori intenzioni, e finiamo per percepire di quella persona solo le cose che rientrano nello schema. Tralasciando gli altri aspetti. Saltiamo delle pagine! È comune che si dica: sai, non ti avevo mai visto sotto questa luce. Una persona, come un libro, è fatta di infinite sfaccettature, che si modificano in continuazione e solo la nostra pigrizia mentale ce la fa ritenere sempre uguale. Come l'acqua che scorre in un fiume, non è mai la stessa.

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